Stuzzicato alla distrazione

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Desiderio travolgente... lussuria e passione…

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Sapeva che indossava quegli stivali; quelli che lo hanno fatto impazzire dal desiderio. Conosceva lo scricchiolio della pelle nera strettamente legata mentre camminava lentamente dietro di lui, il particolare scatto del rasoio con i tacchi alti sul pavimento di legno duro mentre si muoveva avanti e indietro, avanti e indietro. Sapeva che lo stava prendendo in giro.

Era inginocchiato, come chiedeva, di fronte al muro. "No, no," lo rimproverò, agitando un dito lungo con un forte unghia rossa contro di lui mentre cercava di guardarla. "Occhi davanti," ridacchiò lei. "Non puoi vedermi stasera, il che è un peccato, perché giuro che non mi sono mai vestito più malvagiamente per te". Tutto ciò che ami, tutto ciò che ami ", fece le fusa mentre si passava le mani sui seni sodi stringeva il reggiseno di pizzo nero sotto la blusa di seta rossa della sua prostituta, facendo scattare un altro bottone sforzato mentre le sue dita accarezzavano il materiale e sorrideva.Avrebbe amato il modo in cui la sua pelle abbronzata si riversava invitante.

il cazzo era stato liberato dalla sua gabbia di castità per forse due settimane, ed era proprio come lo voleva lui: rigido come una tavola e pieno di sperma, le sue ginocchia erano spalancate e il culo premuto indietro. lui, già bagnato di sperma che emanava dal suo cazzo, corse giù per la sua asta e si raccolse sulle assi sotto di lui mentre gocciolava dai testicoli, gemendo e contorcendosi mentre parlava, cercando disperatamente di toccarsi, consapevole che non era permesso. Una tale puttana sorrise a se stessa come una puttana.

"Ti piaccio con il mio reggiseno nero e le mutandine e la mia camicia attillata, non ti puttane?" lei interrogò con la sua voce da bambina. Si accarezzò mentre lo guardava. "Oh… cazzo," sibilò, con le mani che gli stringevano i pugni al fianco. "E la mia gonna nera di lana a matita? Hmmm, come si aggrappa alle curve del mio culo." Mentre parlava, le sue mani scivolarono sul suo corpo; la sua pancia attillata, i suoi fianchi formosi, tornarono ai globi arrotondati delle sue natiche.

Una svolta quasi impercettibile della sua testa. "No!" lei scattò. "Uno sguardo e tu non mi tocchi più. Capisci?" Le sue dita si aprirono e gridò "Ahhhh".

"Bene," sorrise lei. Tirò la gonna aderente sulle lunghe gambe rivestite di nylon e spinse le dita sul bagnato tra le sue cosce. "Mi sono rasato anche la mia fica", fece le fusa. Appoggiò le mani al muro.

"E questi stivali," sorrise lei, sporgendosi in avanti, sentendo la pelle calda con la punta delle dita. "Ti lascio sfregare il cazzo su di loro una volta. Ti ricordi tesoro?" Gettò indietro la testa. "OK", disse lei pensierosa, "fallo adesso se devi!" "Grazie..

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