Un vicino viene a lamentarsi ed entrambi se ne vanno soddisfatti.…
🕑 4 minuti minuti Flash Erotica StorieBussa freneticamente alla mia porta di casa. "Ciao? C'è un problema?" Chiedo, dopo aver aperto la porta. Sapevo già che era un vicino. Avevo guardato dalla finestra della mia camera da letto mentre camminava da casa sua dall'altra parte della strada. "Sì, c'è un problema." Appoggia le mani sui fianchi e fa un largo respiro.
Indossa un gilet bianco aderente e pantaloncini di jeans. Mentre inspira, i suoi capezzoli frugano nel cotone. "Posso aiutare?" "Mi stai guardando!" Esclama. Capelli biondi, occhi azzurri; Non l'avevo mai vista così da vicino.
Era più vecchia di quanto immaginassi, probabilmente intorno ai quaranta. Ma stupendo. "Come fai a sapere che ti sto guardando?" Le chiedo, prendendo il suo profumo e dando un'altra occhiata al seno. "Perché ogni volta che guardo la tua casa, ti vedo guardarmi indietro." "Quindi, lo ammetti, mi stai guardando?" Chiedo.
"No. Io… ehm." "Faresti meglio ad entrare. Non vogliamo essere visti litigare sul gradino della porta." "Perché dovrei voler entrare?" chiede, entrando. "Potresti provare qualcosa." La raggiungo per chiudere la porta.
Non c'è molto spazio. Il mio braccio le sfiora il seno. Viene da me come un treno espresso. Le sue mani sono intorno al mio collo, tirando la testa verso di lei.
Apro la bocca per prendere aria mentre spinge le sue labbra sulle mie. Il suo respiro ha un sapore fresco mentre la sua lingua indaga nella mia bocca. Mi mordicchia il labbro. Quindi lei lo morde. "Hey, cosa stai facendo?" "Sei un brivido.
Devi insegnare una lezione." Lei mi respinge. "Sembri molto aggressivo." "Non mi conosci nemmeno! Mi hai guardato, bastardo." Torno indietro verso di lei e lei sospira mentre le bacio il collo e le mordicchio l'orecchio. Sta per dire qualcosa mentre spingo la mia bocca sulla sua. Le mie mani sono sui suoi fianchi.
Ho lasciato uno serpeggiare fino al seno, mentre mi mordicchia di nuovo il labbro inferiore. Prima di sapere cosa ci ha colpito, i suoi pantaloncini sono attorno alle sue ginocchia e la mia mano è tra le sue gambe. Geme mentre mi morde l'orecchio.
Il mio dito scivola dentro di lei senza problemi. Si sta immergendo. La mia bocca incontra di nuovo la sua, la mia lingua sta sondando la sua bocca questa volta.
Ha un sapore così buono. Si toglie le scarpe, seguita dai pantaloncini. Mi tira la zip. I suoi capezzoli sono come proiettili. Grida mentre entro.
È succosa come un melone troppo maturo. La porto contro il muro nel mio corridoio con le gambe avvolte intorno alla vita. "È una cagna che ha il coraggio di venire a lamentarsi", penso, mentre mi pompo dentro, riempendola con il mio succo.
Emette un forte gemito mentre viene. Esausto, cado da lei. Si appoggia al muro.
Quindi si piega con le mani sulle ginocchia, riprendendo fiato, prima di risalire in pantaloncini. Fa un passo avanti e mi strofina la guancia prima di mordermi l'orecchio, quasi disegnando sangue. "Ow! A cosa serviva?" "Sei un figlio di puttana." "Ehi. Lo volevamo entrambi." "Hai approfittato di me." "Ti stavi bavando per questo." "Hai pianificato questo." "Come potrei pianificarti di venire a lamentarti?" "Ti odio." "Non mi conosci nemmeno." Dico, prendendole a coppa il seno destro. "Non ancora, non lo so." "Senso?" "Non pensi che sia così, vero?" "Spero di no." "La prossima volta che vengo a lamentarmi, voglio andare a letto." "La prossima volta che vieni a lamentarti, ti scoperò così duramente che non ti siederai per una settimana." "Ah! Sembra che tu voglia fottermi il culo." "Il pensiero non mi era nemmeno entrato nella mente." "Questo perché hai una mente piccola." "Come ti chiami?" Chiedo, ignorando il suo insulto.
"Perché dovrei dirti il mio nome?" "Non importa. Mi chiamo Matt." "Perché me l'hai detto?" "Perché lo griderai il prossimo che verrai. Adesso vattene!" Apro la porta, le sbatto forte il culo e la spingo fuori. Poi chiudo la porta..
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