I petali di glicine si abbassano di recente, il passato si rinnova, la città mi attira indietro, tormenta, ricordo, dolori amorevoli risolti, eppure invade ancora i miei pensieri irritabili, una risata che riecheggia dalle pareti stuccate per cadere tra i gradini lasciati alle spalle. Inciampare strade acciottolate a piedi saltellanti, che dividevano uno spazio, abbracciavano, danzavano dolcemente come una delizia, un piacere gioioso e dolce. I pasti dimenticati sono stati condivisi e le vite hanno paragonato tra noi due, sostenendo, imparando, sognando cosa potrebbe accadere.
Eppure la fragranza indugia ora in gocce pendenti di dubbio, che gocciolano senza alcuna aspettativa per la risurrezione di quei giorni. Vuoto, così vuoto dentro e fuori. Senza una presenza da raggiungere e toccare, senza nessuno lasciato a guidarmi sulla mia strada, solo petali alla deriva dal glicine soffiato e fracassato per coprire, ammorbidire, nascondere il vuoto lungo i sentieri, siamo passati di recente.