Non ho mai pianto per te

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Non ho mai pianto per te. Tu mi conoscevi meglio, il dolore che sempre svaniva quando dormivo nel modo sbagliato, le tue mani morbide lo trovavano, il corpo drappeggiato e attaccato al mio come una coperta termica vivente. Toccasti silenziosamente nel buio, calmando quel fantasma spinale senza richiesta o un segnale perché non potevo piangere. Conoscevi la strana costrizione sepolta all'interno del mio petto, il disturbo che una volta credevo essere un fantasma senza nome o arco, quello che mi faceva strappare ogni giorno dalla famiglia e dagli amici, ma mi avvicinavo solo a te, l'indifeso tignola immersa nel fascino instabile di una fiamma unica.

Mi stringerei tranquillamente il polso e convincermi che non importa cosa, per abbinare il mio respiro al tuo, calmando come il ritmo senza cuciture di una ninna nanna. Non ho mai pianto per te. E in tutto questo tempo hai chiesto perché, volevi sapere cosa mi ha raggiunto, cosa mi ha trasmesso i brividi che hai visto ma che non potresti mai farmi dare una forma intorno. Ti conoscevo anche meglio, il nome che pronunciasti nel sonno, di chi non ci saremmo mai incontrati, quello che ho scelto e che mi sono tenuto più vicino di quanto tu non abbia mai saputo.

Era l'unico amore dentro di te che sbocciò più del mio, una parte di me era solito odiarti per questo, ti dico che hai freddo e non aspettare che io ritorni mai. Mi chiudevo tranquillamente in me stesso e mi ritiravo da tutti gli altri, pensavo a dove eri prima, al sicuro nella prima e unica casa che tu abbia mai conosciuto, il tuo mondo intero fatto di oscurità, di carne delicata e vibrazioni. Pensavo ai dolori che non ho mai placato, questo condotto che ci lega per sempre, i mostri che non ho mai potuto inseguire e uccidere per te, il silenzio ancora calmo in cui ti avrei tenuto al mio petto e lasciare che il ritmo dentro, quello che ti ha aiutato a farti, dolcemente coccolarti nel sonno. Non ho mai pianto per te. Sarebbe stato perfettamente compreso, sarei stato consolato nel letto dove tutto iniziò veramente, le tue mani morbide avrebbero trovato il mio e avrei immaginato quelle proprio come loro ma solo più piccole, non lo so se ciò mi avesse spezzato o confortato, i minimi dettagli hanno sempre.

E in tutto questo tempo ti avresti chiesto il perché, vorresti sapere cosa si è infiltrato dove non potresti mai veramente, cosa ha ereditato la superficie composta che conoscevi con le fessure, non ho mai avuto la possibilità di spiegare. Tu eri già andato via, la spirale che si allontanava da me, cominciando dall'arco più caldo della primavera e dal gelo indiscutibile, aveva già da tempo concluso, tu avevi già scambiato i voti, creato ciò che non potevamo proteggere insieme. Era un piccolo dettaglio alla fine, qualcosa trovato in casa mia nel bel mezzo di una fredda notte autunnale, un medaglione che abbiamo comprato insieme un giorno, un'immagine in miniatura di noi che hai scattato e accuratamente collocata all'interno, destinata a regalare come regalo anni più tardi per dimostrarle che eravamo innamorati. Quel minuscolo pezzo d'argento incernierato, la piccola fotografia circolare dentro di quando mi conoscevi al meglio, ora senza peso in un palmo, era il più piccolo dettaglio alla fine che mi faceva piangere per lei.

Ecco quando alla fine ho pianto per te..

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