Mi inginocchio alla fine del letto, le mie ginocchia fredde contro il pavimento in legno. La mia testa è abbassata e il mio respiro è costante. Dentro e fuori, respiro, dentro e fuori. I passi echeggiano lungo il corridoio e il mio cuore paziente salta un battito.
L'eccitazione mi supera, ma la spingo via per dopo. Per lui, sono paziente. Per lui, sono calmo.
La porta scricchiola con quel suono familiare e faccio un respiro profondo. "Ciao amore mio", le sue parole mi risuonano nell'orecchio come il suono degli angeli che cantano. Sorrido debolmente, aspettando che si avvicini a me, cosa che fa immediatamente. "Guardami", chiede, anche se la sua voce è calma. Alzo la testa e alzo gli occhi per incontrare i suoi e sono felice.
"Com'è stata la tua giornata?" mi chiede, facendo scorrere il dito sul mio mento. "È stato molto buono, signore", gli rispondo avidamente, volendo raccontargli tutto quello che ho fatto. Il nostro momento di parlare arriverà. Devo rimanere paziente.
Per lui, sono paziente. Per lui, sono calmo. Vedo i suoi occhi che corrono sul mio corpo nudo e formicolio dove provano. Il suo tocco, il suo aspetto, il suo amore, è tutto ciò che bramo.
Per lui vivo. Si mette in ginocchio e mi trascina la bocca lungo il collo. "Hai un profumo fantastico", sente l'odore della mia pelle prima di baciarmi sotto l'orecchio. Mi attira a sé, mi bacia, mi sente, mi mette a terra.
Per lui vivo. Vive, per me. Lui guida, io seguo. Insieme, ci avventuriamo in avanti. La sua mano su di me.
Me stesso sotto di lui. Sono al riparo. Io sono suo. Sono completamente libero.