Cullando la mia testa in agonia di peccati, ho lavorato con un subdolo sorriso su carta, il mio ingannevole brodo, l'immaginazione con la penna e oscure congreghe, io, il coyote rosso dall'inferno. Profumando il muschio del cappuccio della tua vagina, una sagoma mimica, del mio erpice, in apparenza di un passero nidificante, io, il coyote rosso dall'inferno. E mentre scorrono con un ululato schivo, desiderando con le mie guance sbavanti e una lingua poeticamente tesa, io, il coyote rosso dall'inferno.
Ora in una booné, il mio lascivo che si allontana, la tua fica con un sorriso seducente stringe una sagoma mimica, quella del mio erpice, io, il coyote rosso dell'Inferno.
Viene da lei quando cala l'oscurità, quando la luce della luna brilla sulla sua pelle, facendola brillare in un bellissimo pallore, come fragile, squisita porcellana. L'aria fresca della notte fa…
Continua Poesie erotiche storia del sessoI suoi riccioli scuri cadono in aloni progressivi, i vortici di nero che atterrano delicatamente sulle spalle si lanciano in modo diabolico, quasi nascondendo una cremosa gola bianca.…
Continua Poesie erotiche storia del sessoIn panorami, non nascondo le ossa, Hags of Savannah Town, compongo. Le streghe si preparano su pagine di tomi, volpi di domini erotici e il loro pedigree. Agitando le nuvole di novembre, nel…
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