Un'oscurità non era che un'oscurità, sotto le ombre del banco, braci della mia anima fa, schizzi di inchiostro schizzato, dal pozzo più profondo. Crogiolo, lussuria del fuoco freddo, le mie gioie su di me mi fido. Nel soprannome del mio pseudonimo, Rolin Tumbur… nuovi capitoli, scrivo.
Intrepida prosa, arca di gonfiore del gallo, penna che si tuffa in oscure secche, le cavità della mia pelle. Proponendo tesi erotiche e fornicazione, mi acuto. La mia lingua, cercando dolcezza di ricerca, mentre sorge la mattina del nuovo giorno Sui cuscini che piangi, Askew, malinconia di sogni, Bacio tenero del tuo seno, mi distendo. Amore per la musa, La mia malvarosa fanciulla del desiderio, Ispirante essere ossidiana della mia dignità. Intossicazione dello scritto, nella mia supposizione entusiasta.