Io non sono un poeta di stricnie gotiche con parole di oscurità che definisci, mentre le tue labbra da ragazza mi ingannano con la tua lingua d'asp, afferrata, aggrappata alla mia ombra. Mentre i tuoi occhi confusi riflettono, riflettono il mio preambolo di prosa, sento che la tua fica afferra i miei dolori come se fosse un ossessionante del violoncello, come strane curiosità, l'arco e me.