Tre ore dopo, mentre le ombre accarezzano, nel buio della piuma discendente confesso, mentre gli Angoli della mia mente dettano il mio copione, le gocce grasse del mio bacon. Ora un visitatore di mia invenzione, racconti di omelette e burro sbollentato, sponde lontane che scrivo tra le cosce di separazione, come echi profondi nella vagina lontana. Tutto solo nella mia cucina spettrale, portando brividi al mio ego umiliante, come se il brindisi bruciato fosse il mio ospite celeste, alleluia e amenità.
Rastrellare le dita sul mio prepuzio tremante, il bacio della nebbia che mi pizzicava il collo, come musa della morte nella sua aura seducente, vestito di ossidiana in abito che mi dava fuoco, le gocce grasse del mio bacon.