Scoperta parte 4

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Mi sono seduto lì immobile come una statua. "Gesù Cristo, Tony, vieni, non ho tutto quel dannato giorno!" Respirai, assicurandomi di non espirare, costringendo il mio cuore che batteva a rallentare con la mancanza di ossigeno. Quando la mia iperventilazione borderline era stata debitamente schiacciata prima che avesse la possibilità di svilupparsi, espirai ancora una volta. "Sono una donna adulta, tu sei un uomo adulto, qual è il fottuto affare?" A questo punto Claire si voltò e mi favorì con un colpetto di lingua simile a una lucertola.

Spinta più dalla lussuria che dalla rabbia, le ho dato quello che voleva, qualche scelta sul suo fondo, assaporando il dolce formicolio che iniziava nel palmo della mia mano e poi irradiava gloriosamente verso l'esterno in un confortante, rilassante calore. "Vedi? Quanto è stato difficile?" "Oh, così difficile." Ridacchiò per il suo stesso ingegno. Così continuai con lo stesso ritmo erotico, schioccando le natiche che si alternavano tra le guance, eccitato dal calore crescente che cominciò a diffondersi tra loro e dal b rosa che presto seguì. Andata era la spacconeria, la paura e la nevrosi.

Ora avevo il controllo. Smack. Mi sono strofinato. "Mmm," fece le fusa. "Ti comporterai d'ora in poi?" "Sì, signore," disse lei in un fiato quasi infantile.

Mi inginocchiai in avanti e allungai il collo per vedere il suo viso e mi trovai indurito dall'espressione sottomessa e docile sul suo viso, dalla volontà di compiacere, dalla voglia di servire. In questo preciso momento mi sentivo come un dio. Potrei fare tutto ciò che volevo e lei me lo permetterebbe volentieri. "Claire?" La sua voce era appena udibile, così densa di un distacco beato ed euforico che era a malapena comprensibile.

"Stai bene, hun?" Riuscii a malapena a decifrare il "sì" che emanava dal disordine contorcendosi e dimenandosi sul mio ginocchio; e potevo sentire il calore del suo sesso che gocciolava sul mio ginocchio la rugiada mielata e sentivo che scorreva lungo la mia gamba che si attaccava ai miei peli delle zampe mentre migrava verso sud. Ho diviso cautamente le sue gambe, e sono stato ricompensato con un brivido al mio tocco. Cominciai ad accarezzare dolcemente tra le sue gambe, lasciando che le mie dita vagassero per il perimetro della sua vulva, prima di scivolare dentro di lei. Proprio mentre le mie dita venivano risucchiate nella perla scivolosa e lucente della sua fica, lei emise un gemito e un gemito. La lessi lentamente in questo modo, lasciando che l'altra mano vagasse lungo la curva della sua spina dorsale, la base del suo collo, e mentre la sentivo contrarsi e battere al ritmo del mio tocco, e potevo sentire il suo orgasmo accumularsi in lei come un'onda di marea; qualche genio demente desideroso di essere liberato.

Ho smesso. La mia mano era ricoperta dalle sue secrezioni vaginali e sentivo l'odore del suo muschio mentre cresceva la sua eccitazione. Per tutto il tempo la mia erezione si stava sforzando per il display erotico di fronte a me. Potevo sentire il calore del suo sedere contro la mia mano, la lucentezza rossa incandescente e il sudore che brillava sulla nuca.

Ormai non dovevo assolutamente dare il suo contatto. Era stata presa in giro e giocata per così tanto tempo che sarebbe bastato anche il contatto più leggero. "Ohhh Tony… lasciami venire, ti supplico… sono così bagnata…" sorrisi. L'ho afferrata con fermezza per le sue spalle, tirandola via da un ginocchio, e mezzo trascinata, gettandola a metà sul letto, e altrettanto velocemente e con decisione affondò la mia testa nell'inguine, immergendomi la lingua nella sua figa.

Dove le mie dita erano state le mie labbra, la lingua ora era, leccando, assaporando, godendole ogni centimetro di lei. "Sei una ragazza dolce e dolce." Gliel'ho detto, poi mi sono reso conto che lei era così lontana dalla felicità pre-climatica che le mie parole si erano appena registrate con lei. Disegnai le parole sul suo clitoride, usando il mio braille cunnilingus per dirle quanto era delizioso, quanto speciale, quanto gustoso, quanto fosse bella.

Osservai le sue gambe e fianchi che spingevano e scendevano dal letto in spasmi che assomigliavano al pesce rosso che avevo lasciato fuori dalla sua scodella, e continuavano a mangiarla. Ormai tutto ciò che proveniva dalla sua bocca erano profondi, gutturali gemiti e grugniti. Le frasi completamente formate sembravano essere un'abilità troppo fine per il suo cervello da gestire al momento attuale. Le sue mani scorrevano tra i miei capelli con l'intenso intento di un segugio e le sue unghie affondarono profondamente nel mio scalpo quasi a rompere la pelle.

Lasciai che le mie mani vagassero su di lei, i suoi seni, la sua pancia piatta, i rilievi carnosi delle sue cosce e le piante dei suoi piedi. Ho assaporato ogni centimetro di lei, il suo muschio, i suoi gusti. Avevo voluto questo, l'ho sognato, ho sofferto per questo per così tanto tempo e ora, gloriosamente ora, tutto stava accadendo. Lei ringhiava. Afferrandomi per il collo e baciandomi profondamente, lei mi spinse sul letto, mettendomi a cavalcioni per tutto il tempo.

"Finisci il lavoro, ti supplico." Si sedette a cavalcioni sul mio viso stropicciandosi sulla mia bocca disposta, quasi soffocandomi nella sua lussuria. Non mi importava. Se questo fosse sbagliato non avrei mai voluto avere ragione e se mai esistesse un modo in questo mondo per cui un uomo avrebbe voluto morire, sarebbe stato questo. Emise un urlo strozzato, imprecando e benedicendo il mio nome nello stesso respiro e potei sentire il getto del suo climax rivestire tutto il mio viso con il suo arrivo intenso e arrogante.

Anche allora non ho infranto il mio voto né alterato il mio tempo e ho aspettato fino a quando l'ultima cremosa goccia è stata liberata e l'ultimo respiro ansimante si era placato. Siamo rimasti insieme, lei e io per quello che sembrava un'eternità. Il collo mi faceva male, la mia mascella urlava un sollievo ma, dannazione, ero orgoglioso di me stesso. Mi guardò con tanto amore nei suoi occhi che se avessi avuto un cuore, si sarebbe spezzato in quel momento.

Si strofinò contro di me, e io avvolta le mie braccia intorno a lei, avvicinandola per abbracciarla completamente, lasciando che la sua vitalità e la sua essenza fluissero dentro di me. Restammo distesi in un beato silenzio. Mi ha baciato dolcemente sulla guancia..

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