Lampade morbide

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Abbiamo sempre saputo che sarebbe arrivato a questo, il codice perso sigillato tra le nostre labbra, i simboli lungo i miei pori dovrebbero dirti che sei molto più della pelle. I tuoi occhi erano come luci soffuse che si riversavano su di me allora, fermato nei viaggi una volta incessante, ero un nuovo terreno da esplorare. Un San Valentino per scolpire e scolpire una nuova casa, dove le tue mani potrebbero scavare segreti, vagare lungo le rovine fumanti di quello che implacabilmente ha marciato su di me prima, quindi capirai perché mi allontano a volte come preda tremante. Perché una volta mi sono perso qui, ondeggiato alla canzone trasportata in ogni brezza profumata quando le mie braccia erano così grandi da cullare un mondo. Abbiamo sempre saputo che sarebbe arrivato a questo, il codice sepolto che i polpastrelli imparano, i glifi lungo il mio corpo che dovrebbe essere il messaggio di cui hai bisogno per ricordare che siamo molto più della pelle.

I tuoi occhi erano luci soffuse che spazzavano la statua che stavo diventando, cesellando per vedere ciò che restava delle ombre e della croce una volta poste sopra di me, come i mostri e le nevicate che una volta drappeggiavano sul tuo. Ero un terreno già segnato da segreti, i vizi che appartengono agli altri, identificabili durante il giorno, obliqui, a volte inconoscibili, una volta calata la notte, cambiando le forme degli spiriti una volta fissate a me, il San Valentino che una volta versai il sangue a cui ondeggiare. Non avrei mai saputo che sarebbe arrivato a quello. I tuoi occhi, però, le luci soffuse che possono calmare e tormentare, hanno ormai portato alla luce abbastanza per sapere che siamo più di una semplice pelle, per mantenere incessantemente il tuo scavo su di me.

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