Scritte silenziosamente a mano, parole che svaniscono, nell'oscurità come un'ombra che svanisce, mentre il mio inchiostro sanguina, sui peccati di un angelo caduto, la mia prosa ferisce la pioggia piovana. Accompagna una lacrima di ostia perduta, fingendo singolarmente un fantasma spirituale, e quando i venti mi prendono in giro, nell'erba della festa, i semi del tempo legheranno le mie linee. Nel mio collo sento la tua carezza, le dita morbide sul mio petto, in audaci scritture di confessione mentre la mia virilità coccola la tua bellezza, con il sorgere dell'albero di mezzanotte. Suonando rintocchi sul bordo di sempre, il cielo mi lascerà in eredità un verso, sollevando i ferri dalla mia maledizione, e là su una corona d'avorio, i cornetti emetteranno un suono fluido. Mentre la brezza marina suona una sinfonia, i baci durevoli sopravvivono all'infinito, sulle alte maree della Madre Terra, l'alba del mio nuovo risveglio, nell'oscurità come un'ombra che svanisce.