Sulle ali dei venti la vulva ondeggia, gli occhi d'autunno soffiano dolcemente e il doppio delle nostre parole scorre delle nostre materie simili. Condivisione inequivocabile dei nostri peccati, il passato del nostro passato come il teppista simula le canzoni di settembre e il sibilo del silenzio. Sulle ali dei venti la vulva fluttua e l'alberello dal mio profondo spessore dà lode alle mie labbra nutrienti, al tuo seno.
Nella locuzione della festa dei comportamenti selvaggi che bramava il nido della perla, tra le pieghe delle pagine che uscivano dal mio condotto cavo.