Predicare l'astinenza del mio amore per la lussuria e la prosa di jongleur nei miei modi itineranti, con un debole per i particolari di una maledizione grandiosa in tutto ciò che è patois che fa ridere il mio perverso. Non soffocare il mio yen, quei deturpanti bastoncini di penna che desiderano essere sul lato più alto della mia sete, mentre aggiro gli oracoli brulicanti del mutante in alleanza con il suo tappo che fa sorgere il cazzo. Con uno schiamazzo della sua fica e della sua indifferenza, montando fianchi di cosce malgrado la cura del diavolo, bloccando il bastone nella scatola da camera del suo peccato e invitando il mio cazzo nell'apertura di lei. Sentendo il calore calpestare il mio il pene mi dà un tocco di sorriso sorridente, composto da quelli che dicono che i miei copioni sono alla fine della curva, con tutto quel marciume e il verso della carestia.